a cura di Roberta Manca
Come dico “Ti Amo?” È possibile amare in modi diversi? Come esprimo il mio amore? Quali sono i gesti con i quali dico ti amo? Quali parole utilizzo? Come interpreto il linguaggio dell’amore del mio partner?
Da che mondo è mondo saper comunicare aiuta a vivere meglio, quando poi c’è di mezzo l’amore “com-prendere” il linguaggio dell’amato è la chiave di volta per tenere fede alla promessa, e riuscire a tramutare il sogno in realtà. Quando poi si avvicina il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati, fermarsi e interrogarsi può essere veramente una buona idea.
L’amore rappresenta un bisogno primario al pari dell’ossigeno che respiriamo: quando ci sentiamo capiti e connessi al nostro partner i momenti vissuti insieme sono come una brezza soave che ci scalda il cuore. Quando, invece, i partner parlano linguaggi diversi le divergenze vengono vissute come mancanza, la confusione alimenta il rapporto, e i venti del dubbio e della paura iniziano a soffiare facendo perdere la connessione.
Disperazione, fastidio, rancore, insoddisfazione: tutto diventa rilevante per poter evidenziare le mancanze, e l’unica certezza è l’errore dell’altro: futili dettagli, a volte, che alimentano un’ostilità reciproca.
Ci si perde di vista, e quello che tratteneva nel cerchio amoroso ora respinge e allontana: “Non ci capiamo più”, “Io dico a lei capisce b” e l’avventura amorosa caratterizzata dalla comprensione reciproca lascia il posto alla polemica quotidiana che ci mette poco a trasformarsi in qualcosa di logorante e, alla lunga, insopportabile.
Secondo Gary Chapman, scrittore e consulente matrimoniale, è possibile; lo spiega molto bene nel suo libro “I 5 linguaggi dell’Amore” nel quale si pone l’obiettivo di analizzare un genere di “Amore essenziale” pilastro per stare bene in coppia.
Per questo ha individuato alcuni modi universali basati su schemi ricorrenti, attraverso i quali esprimiamo e interpretiamo l’amore, sentimento che dev’essere frutto di una scelta quotidiana, atteggiamento prezioso che trova la realizzazione nel pensiero “scelgo di stare con te e di perseguire il tuo bene”. Di conseguenza si rivela un amore condiviso, esaltante, dettato dalla volontà di voler amare e proprio per questo vicino a riconoscere i modi più appropriati per esprimere la propria decisione.
Ognuno di noi tende a privilegiare una modalità - al massimo due - subendo il fascino di chi possiede un linguaggio diverso dal proprio. Può anche accadere che si tenda a privilegiare un linguaggio per dimostrare i nostri sentimenti all’altra persona, e un altro per comprendere l’amore che ci arriva. Se vogliamo comunicare amore in modo efficace, se davvero intendiamo evitare incomprensioni e fraintendimenti è importante conoscere bene questo tipo di modalità ed essere disponibili a “imparare” il linguaggio d’amore primario che esprime nostro partner.
L’amore è un sentimento gentile e se lo vogliamo esprimere verbalmente è necessario utilizzare parole gentili, parole costruttive; le parole che utilizziamo hanno un peso, sono importanti e alcune rimangono impresse nella nostra memoria per tutta la vita, anche se sembrano comparire in modo fugace. Raramente siamo consapevoli di quanto potere possano esercitare alcuni modi dire e alcune modalità espressive nella nostra vita e nella vita di chi amiamo.
La stessa frase, a seconda del modo in cui viene pronunciata, cambia di significato, e il suo uso può fare la differenza: possiamo ferire oppure lusingare, distruggere o creare, far sentire l’altro accettato e apprezzato oppure criticato: essere consapevoli del valore che le parole rivestono ci aiuta a fermarci e a scegliere con cura quello che vogliamo dire.
L’obiettivo dell’amore certamente non è quello di adulare il nostro partner, o di fargli fare quello che vogliamo,ma agire verso il bene comune, e valgono per tutti due semplici esempi: “ti sono grato per avermi aiutato”, “grazie, so quanto sia stato difficile e ho apprezzato che sei stata vicino”.
E’ bene ricordare inoltre che l’Amore si esprime in domande che indirizzano l’amore e non in pretese che interrompono il suo flusso.
Per alcune persone trascorrere del tempo “di qualità” insieme è una chiara espressione d’amore, equivale “a fare il pieno” di energia emotiva e fisica: essere (ed esserci) insieme è fondamentale, un aspetto centrale dei momenti speciali, tanto che proprio la voglia e il desiderio di stare insieme fa la differenza e riempie il cuore di ricordi meravigliosi.
Offrire e dedicare del tempo al partner significa esprimere la propria - totale e piena – attenzione: un tempo fatto di momenti condivisi che rendono più forte il “noi”.
Può essere una serata tranquilla guardando il programma televisivo preferito, oppure una passeggiata, o anche un caffè rubato tra i mille impegni quotidiani, sorseggiato insieme guardandosi semplicemente negli occhi. A livello emozionale la cosa più importante è dedicarsi del tempo reciprocamente.
Ricevere e fare regali per alcuni è un gesto di amore tangibile: significa pensare all’altro, e riceverlo offre la possibilità di ragionare sul fatto evidente che “mi ha pensato”, “si è ricordato di me”.
Non è necessario pensare a regalare oggetti materiali o di valore, eccessivi o stravaganti: possono esser di qualsiasi forma, colore e dimensione, la loro importanza è completamente slegata dal valore reale, ma semplicemente connessa e legata solamente a un dirompente gesto d’amore. Molto importante è anche il tempo dedicato a cercare il regalo “giusto” pensando all’altro, tenendolo così nella mente e nel cuore ben presente, nella speranza di fare un dono gradito. Un gesto per esprimere l’amore, ma mai un fine per ottenere qualcosa.
Questo è uno dei linguaggi d’amore più semplici e meno impegnativi da imparare e se lo si desidera, si può diventare veramente bravi a metterlo in pratica.
Con questo linguaggio d’amore si descrivono le azioni o i compiti che si fanno come mezzo per comunicare i propri sentimenti: la disponibilità a fare qualcosa che il partner apprezza e gradisce.
Semplici gesti quotidiani (come cucinare, pulire…) che richiedono organizzazione, inventiva, tempo, energia, se compiuti con dedizione e cura dimostrano attenzioni amorose amore per l’altro, contribuendo a rendere reciproco e più leggero il carico di responsabilità.
Tenere aperta la porta dell’automobile, versare il vino sono semplici esercizi di gestualità che ben testimoniano e comunicano amore contribuendo alle responsabilità di ogni giorno, di fatto “mantenendo le promesse”.
Il contatto fisico è un potente veicolo a livello emozionale, può determinare o distruggere una relazione, può essere veicolo di amore o di odio.
Alcuni di noi comunicano il loro amore attraverso il contatto fisico volendo trasmettere cura, e vicinanza. È il potere dato dalle carezze, da un abbraccio, da una mano passata tra i suoi capelli, da una carezza sulla schiena: gesti unici da poter vivere in ogni momento della giornata, da non riservare necessariamente ai momenti intimi.
Gesti semplici capaci di guarire e calmare, anche nei momenti in cui il nostro cuore sussulta e la mente è affollata da mille pensieri.
La vicinanza emotiva è un dono, anzi è il dono più prezioso che possiamo offrire a chi amiamo.Se il linguaggio d’amore principale è il contatto fisico, nulla è più importante di un abbraccio in momento di profonda tristezza.
Chapman suggerisce un modo per renderla più ricca e soddisfacente: il cosiddetto "fabbisogno minimo quotidiano”, che consiste nel dedicarsi ogni giorno un momento in cui parlare di tre avvenimenti accaduti nella giornata, esprimendo poi le sensazioni provate. Conoscere le esperienze emozionali dell'altro, soddisfare le sue esigenze emotive farà sentire sicuri dell'amore che proviamo. Se l’azione sarà reciproca le necessità emozionali di entrambi saranno soddisfatte e potremo vivere in pienezza un appagamento emozionale e una sicurezza emotiva che ci permetterà di dedicare le nostre energie anche ad altri progetti creativi al di fuori del “noi”.
Per finire questo breve excursus, proviamo a chiederci alcune cose. Che linguaggio d’Amore principale usiamo? Qual è il linguaggio dell’amore del nostro partner? Che cosa ci fa sentire amati?
Scoprire il proprio linguaggio d’amore e quello del proprio partner è aspetto fondamentale se vogliamo nutrire il nostro Amore. Se ci sentiamo amati, rassicurati della sua presenza, ci sentiamo anche al sicuro e tranquilli, sentiamo di essere importanti. Imparare il linguaggio d’Amore principale del proprio partner e scegliere di impararlo crea un clima di sicurezza nel quale una coppia può parlare delle proprie insicurezze senza condanne e con comprensione, cercando di fare emergere reciprocamente il meglio di ognuno.
Per concludere dobbiamo avere sempre ben chiaro che entrare nel proprio mondo emotivo alla scoperta dei propri bisogni aiuta ed educa nell'arte difficile della comunicazione. Essere sensibili all'ascolto di se stessi e dell'altro apre il nostro cuore e annuncia con forza la possibilità di una apertura autentica, reciproca e sincera.
Osservarsi e osservare la nostra vita di coppia nell'avventura del quotidiano è sicuramente sempre di valido aiuto, ma se vogliamo comprendere ancora meglio il nostro linguaggio d'Amore principale possiamo provare con il test sul sito ufficiale dedicato ai Five Love Languages e magari scoprire anche altre modalità, sperimentando la bellezza degli altri linguaggi.
L’augurio è che l'Amore, in ogni sua forma, sia sempre presente nella nostra vita, con tutta la forza dirompente che lo contraddistingue. In fondo, si tratta di una “semplice” pagina bianca che ci è stata regalata alla nascita, e siamo noi a doverla riempire, nel miglior modo possibile.Per il nostro benessere e per quello della nostra metà, se il destino ci darà modo e fortuna di incontrarla, senza ombra di dubbio.
Roberta Manca. Psicologa, Psicoterapeuta formata presso la Scuola di Specializzazione ASPIC, Educatore Professionale, Counselorper l’Età Evolutiva, Mediatore Familiare e Formatore. Ha partecipato al Master in Sessuologia Clinica. Specializzata in dinamiche di coppia e nel sostegno genitoriale, è esperta nei temi inerenti l’infertilitàe la procreazione medicalmente assistita, si occupa di sostegno alla genitorialitàbiologica e adottiva. E' conduttore dei Gruppi di Parola per i figli di genitori separati. Docente in tema di resilienza, affidamento ed adozione presso l'ASPIC e del modulo "La comunicazione efficace nella mediazione dei conflitti relazionali” nel Master Annuale in Counseling Psciologico e Tecniche di Coaching ASPIC. Afferisce al Centro d'Ascolto Psicologico (C.A.P.) Gratuito di ASPIC PSICOLOGIA.
Pubblicato il 10/02/2021 alle ore 18:54
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