Di Alessia D’Acunti, psicologa
Le festività natalizie sono pensate per essere un momento di festa e di vacanza, eppure si trasformano frequentemente in un periodo di stress, litigi, spese ed impegni eccessivi. Al di là delle motivazioni individuali che accompagnano il nostro atteggiamento verso le feste natalizie, viene da chiedersi quale possa essere la linea di confine tra un felice ed un pessimo Natale.
Kasser e Sheldon (2002) hanno esaminato il tipo di esperienze e di attività che sono associate con il benessere durante le feste. Gli autori hanno somministrato a 117 persone (di età compresa tra 18 e 80 anni) dei questionari riguardanti la soddisfazione, lo stress, gli stati emotivi, le esperienze, l'uso del denaro e i comportamenti di consumo durante il periodo natalizio.
I risultati hanno mostrato che livelli più alti di felicità comparivano quando erano particolarmente forti il senso della famiglia e le esperienze religiose. Minori livelli di benessere, invece, si sono registrati quando predominava l’importanza data allo spender soldi e al ricevere regali.
Kasser e Sheldon ne hanno concluso che gli aspetti materialistici delle moderne celebrazioni natalizie possono compromettere il benessere, mentre le attività di famiglia e quelle spirituali possono aiutare le persone a sentirsi più soddisfatte.
Precedentemente French e Joseph (1999) avevano individuato una relazione positiva tra religiosità e felicità. Il loro studio suggeriva che le persone religiose erano più felici perché avevano uno “scopo più grande” nella vita.
Uno degli autori, Stephen Joseph (2003), ha poi aggiunto su scienceblog.com che coloro che celebrano l'originale senso del Natale sono, nel complesso, più felici di quelli che lo celebrano in modo consumistico.
Nello stesso articolo su scienceblog.com, Joseph riconosce che le credenze religiose sono solo uno dei percorsi possibili per la ricerca di un senso e di uno scopo nella vita. Coloro che mettono meno enfasi sulla lotta per il successo finanziario o materiale nella loro vita e si concentrano maggiormente sulla partecipazione alla vita comunitaria (ad esempio facendo volontariato) o alla costruzione di buone relazioni personali, tendono ad essere più felici degli altri anche se non sono religiosi.
Come per la maggior parte delle cose, individuare una linea di confine tra un felice ed un pessimo Natale sarebbe un’operazione riduttiva. Le festività natalizie sembrano essere uno dei periodi in cui il nostro benessere ed il nostro malessere possono essere amplificati: una situazione che, come tante altre, affrontiamo con le risorse a cui riusciamo ad accedere.
Kasser T. e Sheldon K. M. (2002). What makes for a merry Christmas? Journal of Happiness Studies, 3(4), 313-329.
French S. e Joseph S. (1999). Religiosity and its association with happiness, purpose in life, and self-actualisation, Mental Health, Religion & Culture, 2 (2), 117-120.
Pubblicato il 31/12/2009 alle ore 07:00
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