Corsi di preparazione alla nascita e alla genitorialità

Di Stefania Fiacchi

Abstract: La gravidanza e la nascita di un figlio sono esperienze inestimabili nella vita di una donna e di una coppia.  Oltre ad offrire informazioni di tipo ostetrico-ginecologico e una tecnica di rilassamento psicofisico per la gestione dell’ansia e del dolore, è importante che i corsi di preparazione al parto forniscano supporto e assistenza a livello pratico ed emotivo, dando informazioni su quanto accade dopo e come ci si può sentire, su come gestire il bambino fin dalla nascita, sull’allattamento, sul legame di attaccamento e come favorirlo, sui cambiamenti che il nuovo ruolo genitoriale comporta a livello di identità personale e delle dinamiche di coppia.

Keywords: parto, corsi di preparazione al parto, genitorialità, madre, padre.

 

La gravidanza e la nascita di un figlio sono esperienze inestimabili nella vita di una donna e di una coppia e rappresentano l’inizio di una intensa e travolgente avventura che porta con sé una moltitudine di emozioni. Decidere di partecipare ad un corso di preparazione al parto vuol dire intraprendere un percorso personale e di coppia che consenta di avvicinarsi alla genitorialità con aumentata consapevolezza e di vivere la nascita con serenità e naturalezza, stimolando il protagonismo dei futuri genitori ed una partecipazione attiva della donna al parto (Forleo et al., 2000). I corsi di preparazione al parto hanno il compito di educare alla nascita assolvendo molteplici e importanti funzioni. Attualmente, e soprattutto in una società individualista come la nostra, è di fondamentale importanza che tali corsi, oltre ad offrire informazioni di tipo ostetrico-ginecologico e una tecnica di rilassamento psicofisico per la gestione dell’ansia e del dolore, forniscano supporto e assistenza a livello pratico ed emotivo, dando informazioni su quanto accade dopo e come ci si può sentire, su come gestire il bambino fin dalla nascita, sull’allattamento, sul legame di attaccamento e come favorirlo, sui cambiamenti che il nuovo ruolo genitoriale comporta a livello di identità personale e delle dinamiche di coppia.

Le principali funzioni dei corsi di preparazione al parto

Fornire conoscenze chiare e precise a vari livelli

È necessario dare informazioni corrette e comprensibili sulla fisiologia della gravidanza, del travaglio e del parto e offrire strumenti per permettere alla donna di riconoscere i segnali inviati dal proprio corpo e in questo la figura dell’ostetrica assume un ruolo fondamentale. Allo stesso tempo un corso efficace deve offrire strumenti per permettere ad ogni persona di conoscersi meglio dal punto di vista fisico e psicologico. Dove non c’è conoscenza infatti si lascia spazio all’ansia e alla paura. È importante domandarsi: che rapporto ho con il mio corpo? Sono in contatto con le mie sensazioni? Riconosco le mie emozioni? Come reagisco quando mi trovo di fronte ad una situazione nuova o di disagio? Acquisire conoscenza della propria respirazione, delle sensazioni corporee ed emozioni associate, consente alla donna un migliore ascolto del proprio corpo e la padronanza di parti fisiche di cui in precedenza non aveva consapevolezza, in particolare, del perineo.

Apprendimento di una tecnica di rilassamento

L’apprendimento di una tecnica di rilassamento psicofisico è indispensabile per imparare a gestire l’ansia in modo tale che durante il travaglio il dolore fisico non risulti amplificato da un eccesso di tensione muscolare. Un elevato livello di ansia produce, infatti, un aumento di tensione muscolare che agisce rallentando il processo del travaglio e abbassando la soggettiva soglia del dolore (de Simone et al., 2003). Tra le tecniche più utilizzate troviamo il Training Autogeno (Schultz, 2004) e il Training Autogeno Respiratorio (R.A.T.) ideato da Piscicelli (1991), per essere adattato in modo specifico alle diverse fasi del travaglio. Alcuni corsi propongono come metodo alternativo lo Yoga, che può rappresentare, per chi lo usa abitualmente, un valido strumento o esercizi di stretching che possono affiancare una tecnica di rilassamento ma non sostituirla. Il R.A.T. in particolare, si è rivelato molto efficace in quanto consente di utilizzare autonomamente il respiro autogeno in sede di parto o in qualunque situazione di tensione o di stress della gestante o della neo mamma. Imparare a modulare la propria ansia e ad utilizzarla in modo costruttivo costituisce, di fatto, una risorsa efficace anche per affrontare i sentimenti ambivalenti legati alla gravidanza, alla maternità e al bambino e per gestire lo stress che questo importante cambiamento di vita comporta, soprattutto nel primo periodo.

Riflettere sul significato del dolore nel parto

Qualsiasi stato emozionale o il tono dell’umore è in grado di influenzare la percezione del dolore. Da un lato il dolore può essere considerato come espressione del conflitto tra lasciare andare e trattenere il bambino, dall’altro si può evidenziarne la funzione protettiva. Se la donna asseconda i messaggi del suo corpo sceglierà le posizioni in cui sopporta meglio il dolore, cioè quelle in cui la compressione dei tessuti materni e la testa del bambino è minore. Il significato del dolore è quello di proteggere la mamma e il bambino e di favorire un adattamento meno traumatico possibile tra quest’ultimo e il canale del parto. Il dolore ritmico delle contrazioni, inoltre, induce la produzione di endorfine che alzano la soglia del dolore. È importante favorire l’espressione verbale della paura del dolore per integrare quest’ultimo nella propria esperienza e acquisire la consapevolezza del vissuto del travaglio e del parto. La consapevolezza della contrazione e della fase espulsiva aumenta il senso di partecipazione che risulta fondamentale per la partoriente. Il parto si completa, infine, attraverso l’azione, il passaggio finale tra il bambino immaginato e quello che diventa realtà (Righetti, Casadei, 2005).

Coinvolgere i futuri padri in un progetto di coppia

Con il coinvolgimento del partner in questo percorso l’attesa della madre diventa un’attesa di coppia. Il bambino, infatti, sin dal concepimento si colloca all’interno di un sistema che coinvolge entrambi i genitori. La presenza del padre è importante non tanto in sala parto quanto soprattutto durante la gravidanza affinché si sviluppi la consapevolezza di ciò che sta accadendo. È importante permettere ai futuri padri di partecipare al corso, non solo per essere di sostegno alla propria compagna ma anche per stimolare in loro riflessioni sulla paternità e sulle forti emozioni scatenate dalla intimità con il bambino (Heinowitz, 1999; Pellai, 2009). Parlare di sentimento di paternità vuol dire privilegiare l’aspetto interno e relazionale anziché il ruolo (Badolato, 1993). Il recupero della dimensione interna della paternità e la consapevolezza profonda di diventare genitore, il “sentirsi” padre, costituisce per l’uomo un compito più complesso di quanto non sia la maternità per la donna. Il rapporto stretto ed il contatto fisico con il neonato rende necessario per l’uomo il recupero delle proprie parti femminili e l’uso dell’esperienza corporea ed emotiva come fonte di conoscenza (Badolato, 1993). Il contatto con i bambini piccoli prevede la liberazione della tenerezza, della capacità di abbandono e di comunicazione intima e la possibilità di sperimentare tali emozioni e di lasciarsi andare ad esse è ciò che permette di rendere più intimo il rapporto padre-figlio (Oliverio Ferraris et al., 2001).

Favorire la vicinanza e l’interazione tra i partner

Educare alla nascita vuol dire ampliare nei futuri genitori la consapevolezza del proprio ruolo di madre e di padre e questo non può prescindere da una riflessione sui propri stati d’animo, sulle ansie e preoccupazioni (Soldera, Beghi, 2005). È importante condividere tali riflessioni nella coppia.

Una relazione di coppia armoniosa e di sostegno favorisce una ricca comunicazione col bambino e permette un adattamento precoce ai ruoli genitoriali, fattore che facilita l’interazione e l’attaccamento nei confronti del figlio. Creare nella coppia la consuetudine a comunicare e confrontarsi sui temi della genitorialità, sulle fantasie, timori e dubbi circa la prospettiva di vita con il bambino rappresenta una importante prevenzione delle difficoltà che la coppia si troverà ad affrontare. Durante i nove mesi i genitori dovrebbero trascorrere insieme più tempo possibile dedicando uno spazio al figlio non solo fisico ma anche mentale. Questa interiorizzazione predispone alla comunicazione e all’ascolto del proprio bambino e pone le basi per lo sviluppo della relazione affettiva. È importante anche fornire spunti di riflessione su come la nascita del bambino porti a ridefinire la relazione di coppia e a rielaborare e riorganizzare il rapporto con le famiglie di origine (Righetti, 2003).

Offrire uno spazio protetto di ascolto e condivisione

Il corso di preparazione al parto rappresenta un importante appuntamento per i futuri genitori. Una opportunità per fermarsi dalla routine e rallentare dai ritmi frenetici della vita quotidiana, uno spazio da dedicare solo a sé stessi e al proprio bambino, per ascoltarsi ed esplicitare sentimenti ed emozioni ambivalenti. Si parla sempre delle gioie legate alla gravidanza e alla maternità, mentre meno spesso si parla apertamente delle difficoltà che il passaggio a questo nuovo ruolo comporta. Per accettare questo profondo cambiamento è necessario riconoscere anche le emozioni negative ad esso legate, quali la rabbia, la frustrazione, l’egoismo, il sentimento di perdita, anche se questo comporta l’andare contro il mito del genitore perfetto. Diventare madri e padri significa anche perdere una parte di se stessi ed assumere un nuovo ruolo, da figli a genitori, e questo cambiamento può comportare, per alcune donne e alcuni uomini, una grande sofferenza e richiedere un periodo più o meno lungo di adattamento (Marshall, 2005; Marinopoulos, 2006).

Creare rete

Questa occasione di incontro con altre donne e coppie che vivono la medesima esperienza favorisce la condivisione emotiva e incoraggia la collaborazione e lo scambio facilitando la nascita di nuove ed importanti amicizie. La costruzione di una rete in grado di fornire sostegno e solidarietà risulta, di fatto, un elemento decisivo per il benessere della madre e della coppia nel post parto ed è uno degli obiettivi basilari dei corsi.

Per svolgere al meglio tutte queste funzioni i corsi possono avvalersi dell’ausilio di diverse figure professionali quali l’ostetrica, il ginecologo, il pediatra, la consulente dell’allattamento, la psicologa, la psico-pedagogista, e prevedere degli incontri post parto per seguire i neo-genitori da vicino e mantenere i contatti. Prestare specifica attenzione agli aspetti psicologici si è rivelato in ogni caso di grande utilità e può consentire, ulteriormente, di individuare eventuali fattori di rischio importanti per la prevenzione delle problematiche del post parto.

Per tutti questi motivi è importante offrire a tutte le donne in attesa, e se possibile ai rispettivi partner, l’opportunità di intraprendere un percorso di preparazione alla nascita. Anche nel caso in cui si tratta di un parto cesareo programmato, infatti, i futuri genitori non sono esenti dalle forti emozioni strettamente interconnesse all’esperienza di cui sono protagonisti.

Il fine ultimo di ogni corso è che ogni donna ed ogni coppia possano sentirsi sostenuti e accompagnati al principio di questo complesso infinito viaggio che è la genitorialità.

Riferimenti bibliografici

Badolato G., (1993), “Identità paterna e relazione di coppia”, Giuffré, Milano.

De Simone M. G., Calugi A., Piccione E (2003), “Paura-dolore-tensione nella donna d’oggi”,  in Piccione E., (a cura di), 2003, Argomenti di ginecologia e ostetricia psicosomatica, CIC Edizioni Internazionali, Roma.

Forleo R., Forleo G., Forleo P., (2000), “Nato per amore”, San Paolo, Roma.

Heinowitz, J.,(1999), “Il papà incinto. Diventare genitori insieme”, Bonomi, Pavia

Marshall F. (2005), “Mamma in blu”, Salani Editore, Milano.

Marinopoulos S., (2006), “Nell’intimo delle madri”, Feltrinelli, Milano.

Oliverio Ferraris A., Sarti P., Conti A.,(2001), “Sarò padre. Desiderare, accogliere, saper crescere un figlio”. Giunti, Firenze.

Pellai A., (2009), “Nella pancia del papà”, Franco Angeli, Roma.

Piscicelli U., (1991), “Training Autogeno Respiratorio e Psicoprofilassi Ostetrica”, Piccin, Padova.

Righetti P.L., (2003), “Elementi di psicologia prenatale”, Edizioni Magi, Roma.

Righetti P.L., Casadei D., (2005), “Sostegno psicologico in gravidanza”, Edizioni Scientifiche Magi, Roma.

Soldera G., Beghi A., (2005), “Educazione prenatale”, in Righetti P.L., Casadei D., (2005), “Sostegno psicologico in gravidanza”, Edizioni Scientifiche Magi, Roma.

Schultz, J.H., (2004), “Il Training Autogeno, esercizi inferiori”, Feltrinelli, Milano.

Libri consigliati

Bollea G., (1999), “Le madri non sbagliano mai”, Feltrinelli, Milano..

Brazelton T.B, Greenspam, (2001), “I bisogni irrinunciabili dei bambini”, Raffaello Cortina Editore, Milano

Brazelton T.B., (2006) “Il bambino da zero a tre anni”, Fabbri Editori, Milano.

Kitzinger S., (2008), “Gravidanza e parto”, Rizzoli, Milano.

Kitzinger S., (2009), “La gioia della nascita”, Rizzoli, Milano.

Stern D., (1991),“Diario di un bambino” , Mondadori, Milano.

Stern D., Bruschweiler-Stern, (1999), “Nascita di una madre: come l’esperienza della maternità cambia la donna”, Mondadori, Milano.

Vegetti Finzi S., Battistin A.M., (1994), “A piccoli passi. La psicologia dei bambini dall’attesa ai cinque anni”, Mondadori, Milano

Winnicott D. W., (1993), “Colloqui con i genitori”, Raffaello Cortina Editore, Milano.

Winnicott D. W., (1987), “I bambini e le loro madri”, Raffaello Cortina Editore, Milano.

Pubblicato il 08/05/2010 alle ore 18:04

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