I sogni

Eudell-Simmons E. M., Hilsenroth M. J. (2007). The use of dreams in psychotherapy: an integrative model. Journal of Psychotherapy Integration,17, 4, 330–356.

 

L’uso dei sogni in psicoterapia: un modello integrato

Eudell-Simmons e Hilsenroth presentano un interessante articolo sull’uso dei sogni in psicoterapia. Lo scopo è di mostrare che i differenti approcci all’interpretazione dei sogni hanno dei rilevanti punti in comune, che possono essere utilizzati per costruire un modello integrato di lavoro con i sogni. Integrare diverse tecniche e teorie nel processo terapeutico può migliorare la funzione dei sogni come strumento terapeutico e risorsa di informazione. A questo scopo, i due autori presentano diversi approcci prima di mostrare la loro proposta di modello integrato.

L’uso del sogno in psicanalisi

Freud descrisse i sogni come un compromesso necessario tra Es o Super-Io e Io, per permettere l’espressione dei desideri repressi proteggendo il sonno dalla loro natura distruttiva (Lansky, 1992). Il compito dello psicoterapeuta è di sollecitare le libere associazioni del paziente, a partire dal sogno, per scoprire il contenuto latente, che è il vero significato del sogno. Il contenuto latente è congruente ai pensieri “da sveglio” del sognatore, ma questi non ha consapevolezza. Una volta emersi i desideri inconsci e i conflitti irrisolti, il paziente può lavorare consciamente alla loro risoluzione.

Jung elaborò una diversa teoria dei sogni. Egli credeva che l’esperienza umana ereditata da ogni individuo andasse a costituire un inconscio collettivo, comprendente miti, simboli e sogni trasversali ad ogni cultura (Van de Castle, 1994). Questo contenuto archetipico, come il contenuto latente di Freud, andava a costituire il vero significato del sogno. Jung credeva che il simbolismo dei sogni poteva essere d’aiuto al sognatore per rivelare e definire gli aspetti del Sé. Un sogno mette l’Io a confronto con quello che gli è più necessario per mediare con l’intera personalità (Dallett, 1973). Esplorare questo processo durante la terapia porta ad una migliore comprensione dei sintomi e delle cause delle difficoltà psicologiche del paziente.

Entrambe le teorie suggeriscono che i sogni abbiano una funzione comunicativa ed una adattativa. Il modello integrato presentato da Eudell-Simmons e Hilsenroth si rifà a questi principi e utilizza i contenuti latenti e manifesti come risorsa di informazioni sugli stressor attuali del paziente e il funzionamento della personalità.

L’uso dei sogni nelle terapie psicodinamiche-interpersonali contemporanee

Le terapie psicodinamiche-interpersonali contemporanee si focalizzano sugli schemi relazionali che possono essere rilevati dal funzionamento “da sveglio” del paziente. I sogni, in questo approccio, sono utilizzati come evidenze addizionali delle modalità relazionali osservate e possono essere usati dal terapeuta per favorirne l’acquisizione di consapevolezza da parte del sognatore.

I processi mentali del sogno sono considerati contigui a quelli dello stato di veglia. La narrazione del sogno rivela gli stessi schemi di relazione oggettuale e interpersonale della narrazione degli eventi degli stati di veglia. Il modello integrato proposto da Eudell-Simmons e Hilsenroth si propone di utilizzare ed incorporare questo principio.

L’uso dei sogni nella psicoterapia gestaltica ed esistenziale

La psicoterapia gestaltica ed esistenziale, come quella psicodinamica contemporanea, si focalizza esclusivamente sul contenuto manifesto del sogno (Craig & Walsh, 1993) e sulla corrispondenza con l’esperienza in stato di veglia. Il focus primario è però l’esperienza che il paziente ha dei propri sogni ed il “qui ed ora” della narrazione del sogno stesso. Esso riflette gli schemi di relazione ed il modo di “essere nel mondo” del sognatore. Il terapeuta esistenzialista o gestaltico, però, predilige una maggiore immediatezza con l’esperienza di veglia, ad esempio può chiedere al cliente di ri-esperire gli affetti e le emozioni presenti nei sogni (Condrau, 1991; Craig & Walsh, 1993; Means et al., 1986) o chiedere di associarli alle situazioni attuali.

Il modello integrato proposto da Eudell-Simmons e Hilsenroth sfrutta il focus immediato sull’esperienza del sogno, proprio dell’approccio esistenziale-gestaltico, per permettere ai sentimenti del paziente di diventare manifesti.

L’uso dei sogni nella terapia cognitivo-esperienziale

modelli cognitivo-esperienziali si focalizzano sull’esperienza immediata del sogno e sulle possibilità di utilizzo di questa esperienza nella vita “da svegli”.Questi modelli integrano degli aspetti cognitivi enfatizzando le funzioni di assimilazione e adattamento del sogno. Sul versante clinico, esaminano il modo in cui le informazioni provenienti dallo stato di veglia sono elaborate dal sognatore durante il sogno e nei pensieri riguardanti il sogno stesso.

Anche questi modelli assumono che il sogno sia una continuazione dei pensieri dello stato di veglia che permettono al sognatore di incorporare nuove esperienze cognitive ed affettive nei presistenti schemi di memoria (Cartwright, 1990; Greenberg, 1987; Hill, 1996; Koulack, 1993). La psicoterapia sottolinea e facilita questo processo per aiutare il sognatore ad adattarsi e a fronteggiare gli eventi stressanti.

Il modello integrato proposto da Eudell-Simmons e Hilsenroth sfrutta l’inclusione della terminologia e della metodologia cognitivista per aumentare l’applicabilità dell’approccio ad un più grande numero di pazienti e terapeuti.

L’uso dei sogni nella psicoterapia cognitivo-comportamentale

Questo modello, come il precedente, pone l’enfasi sul “qui ed ora” della situazione del sognatore e sui processi di elaborazione delle informazioni sottostanti all’atto del sognare. Il lavoro sui sogni, in questo caso, ha l’obiettivo di modificare la struttura e il contenuto del sogno per favorire il cambiamento comportamentale e la scomparsa dei sintomi. A volte viene incoraggiata la raccolta del proprio materiale onirico (Freeman & White, 2004; Hill, 1996) e il tema del sogno può essere legato a dei compiti da svolgere a casa, al di fuori della seduta psicoterapeutica.

Il modello integrato proposto da Eudell-Simmons e Hilsenroth sfrutta i metodi proposti dall’approccio cognitivo-comportamentale come metodo addizionale di utilizzo e analisi del sogno, per trarre il massimo beneficio per la struttura di personalità e la patologia dell’individuo.

Modelli fisiologici del sogno

Nel 1976, Hobson e Robert McCarley proposero la teoria di attivazione di sintesi secondo cui le esperienze sensitive del sogno sono fabbricate dalla corteccia come mezzo per interpretare i segnali caotici provenienti dai ponti neuronali durante il sonno. Le ricerche di Hobson e McCarly, nel 1976, suggerirono che i segnali interpretati come sogni avessero origine nel tronco del cervello durante la fase REM.

In seguito, le ricerche di Solms e Turnball (2002) mostrarono che i sogni sono generati nel romboencefalo, e che la fase REM e i sogni non sono direttamente correlati. Inoltre, i sogni sembrano essere correlati all’attivazione delle aree corticali responsabili della visione, delle emozioni e della ricerca e percezione del piacere, fornendo una interessante chance alla teoria freudiana.

Il modello integrato proposto da Eudell-Simmons e Hilsenroth riconosce la necessità di integrazione tra le teorie psicoterapeutiche e quelle fisiologiche, per garantire la scientificità dell’operato clinico.

Modelli linguistici del sogno

Infine, il modello integrato di Eudell-Simmons e Hilsenroth prende in considerazione l’interpretazione del linguaggio del sogno. I modelli linguistici, infatti, si basano sul presupposto che il linguaggio stesso del sogno rifletta aspetti inconsci della vita del sognatore. Kramer (1991), ad esempio, propone di interpretare i sogni utilizzando un approccio non associativo, traducendo i simboli onirici attraverso metafore e paradigmi. Lakoff (1997), invece, considera il sogno un pensiero metaforico che riflette gli schemi mentali utilizzati durante la veglia.

Un modello integrato dell’uso del sogno in psicoterapia

Il modello integrato proposto da Eudell-Simmons e Hilsenroth si propone di fornire agli psicoterapeuti delle linee guida per utilizzare al meglio i sogni nel proprio lavoro. Lo scopo è di sfruttare le similitudini tra gli approcci e di valorizzarne le differenze.

Similitudini tra gli approcci

La similitudine più rilevante tra gli approcci è la convinzione che i sogni possano fornire informazioni sulla vita e i pensieri in stato di veglia del sognatore, rappresentando pensieri coscienti, esperienze affettive o pervasivi processi inconsci. Escluso il modello psicanalitico, tutti gli approcci fanno riferimento al contenuto manifesto del sogno. Infine, tutti i modelli fanno riferimento, direttamente o indirettamente, ad una funzione integrativa del sogno. Esso è assimilato alla ricongiunzione tra inconscio e conscio, o alla comprensione, o all’elaborazione dell’informazione e via dicendo.

Differenze tra gli approcci

La differenze tra gli approcci diventano particolarmente evidenti nelle tecniche utilizzate e nella terminologia. L’approccio psicanalitico, ad esempio, sottolinea la funzione del sogno di soddisfare desideri inconsci in un ambiente sicuro, salvaguardando il sonno. La metodologia conseguente è utile per comprendere le origine inconsce delle difficoltà del paziente. La psicoterapia psicodinamica contemporanea, invece, mette in evidenza le connessioni tra sogno e relazioni oggettuali e interpersonali. Le loro tecniche sono utili per svelare gli schemi relazionali abituali del sognatore. L’approccio fenomenologico, invece, si incentra sul qui ed ora della narrazione del sogno, le tecniche utilizzati sono utili per determinare il significato e la rilevanza del sogno per il sognatore stesso. Allo stesso modo, gli approcci cognitivi, linguistici e fisiologici forniscono un punto di vista privilegiato su una delle altre funzioni del sogno. Integrarli, piuttosto che contrapporli, favorisce una visione ed un utilizzo completo dei sogni come risorsa in psicoterapia.

Un modello integrato del sogno

Il presente modello integra teorie cliniche e non cliniche per meglio comprendere la storia del sogno. La storia del sogno è un concetto di reminescenza freudiana che comprende la memoria del sogno da parte del paziente, la sua narrazione e gli affetti corrispondenti, oltre che le connessioni con i pensieri e le emozioni dello stato di veglia, a cui si aggiunge il qui ed ora della narrazione del sogno e i compiti a casa. Il lavoro con i sogni consiste nell’interpretazione, da parte del terapeuta e del paziente, della storia del sogno, in un modo che sia significativo e rilevante per la vita “da sveglio” del paziente e per i suoi sintomi. In termini di significato del sogno, il modello integrato suggerisce che i sogni contengano rappresentazioni di temi salienti per il sognatore, che includono eventi stressanti passati e presenti, intense risposte affettive, processi cognitivi distorti, conflitti interpersonali ricorrenti e sentimenti e percezioni di se stessi. Il sogno diventa così uno strumento per acquisire quello che può essere chiamato consapevolezza o insight o comprensione, a seconda dell’approccio di riferimento, e che favorisce il cambiamento cognitivo, intrapersonale, interpersonale e comportamentale.

Bibliografia

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Pubblicato il 13/01/2009 alle ore 16:06

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