La psicoterapia aiuta gli studenti?

Una panoramica della ricerca sugli esiti in psicoterapia

Eder, K. C., Whiston, S. C. (2006). Does psychotherapy help some students? An overview of psychotherapy outcome research. Professional School Counseling, 9(5), 337-343. 

Secondo l'American School Counselor Association (Associazione Counselor Scolastici Americani, 2005) i consulenti scolastici hanno la responsabilità di promuovere lo sviluppo scolastico, sociale e personale di tutti gli studenti, inclusi quelli che stanno sperimentando delle difficoltà e/o presentano dei disturbi psichiatrici. Il National Institute of Child Health and Human Development (Istituto Nazionale della Salute dei Bambini e dello Sviluppo Umano, 2005) ha recentemente riportato che circa 2,7 milioni di bambini soffrono di notevoli o gravi problemi emotivi e/o comportamentali che possono interferire con la loro vita familiare e le loro capacità d'apprendimento e di socializzazione.

Secondo Kazdin e Johnson (1994) la maggior parte degli studi indica che tra il 17% e il 22% dei giovani sotto i 18 anni soffrono di difficoltà evolutive, comportamentali ed emotive. Costello (Costello et al., 1996) aggiunge che il 20,3% dei bambini tra i 9 e i 13 anni rientra nei criteri diagnostici definiti dal DSM. Analogamente, gli studi di Doll (1996) indicano che usualmente in una scuola ci si può aspettare tra il 18% e il 22% di studenti con disturbi psichiatrici, soprattutto ansia, disturbi della condotta, comportamenti oppositivi e disturbi dell'attenzione, mentre nelle scuole secondarie prevalgono depressione e tendenze suicide.

Le scuole, e quindi i consulenti scolastici, sono in una posizione strategica per raggiungere i bambini e gli adolescenti in difficoltà. Nelle scuole possono essere osservate le relazioni tra pari, i problemi comportamentali, i comportamenti prosociali e la carriera scolastica. Questo permette ai professionisti di valutare la necessità di mettere in atto degli interventi e di monitorare il loro impatto (Kazdin e Johnson, 1994). Le scuole spesso rappresentano l'unica possibilità per alcuni studenti di ricevere un sostegno adeguato (Hoagwood ed Erwin, 1997). Eder e Whiston propongono, quindi, una rassegna delle ricerche riguardanti la psicoterapia con bambini e adolescenti per determinare se questo tipo di servizio e di intervento è utile per gli studenti che stanno sperimentando moderate o gravi difficoltà emotive e/o comportamentali. Inoltre il loro articolo ha lo scopo di presentare ai consulenti gli aspetti della psicoterapia che possono essere usati in modo efficace nei contesti scolastici.

Efficacia della psicoterapia con bambini e adolescenti

Per quanto riguarda i ragazzi con disturbi emotivi, comportamentali ed evolutivi, la psicoterapia sembra dimostrare una buona efficacia. Nelle ricerche meta-analitiche gli autori cercano di combinare statisticamente i risultati provenienti da diversi studi, in modo da analizzare l'efficacia di determinati tipi di interventi. Eder e Whiston, nel loro articolo, propongono un'interessante rassegna delle meta-analisi basate sulle psicoterapie con minorenni, con particolare attenzione al contesto scolastico.

Casey e Berman (1985) condussero una delle prime meta-analisi per valutare l'efficacia della psicoterapia con i bambini e gli adolescenti, prendendo in considerazione soprattutto le terapie comportamentali, con ragazzi tra 3 e 15 anni che presentavano diverse problematiche. I risultati evidenziarono che i bambini riportarono dei miglioramenti significativi, rispetto al gruppo di controllo, in diversi campi, quali adattamento sociale, adattamento globale, rendimento e competenze cognitive.

Weisz, Weiss, Alicke e Klotz (1987) condussero una meta-analisi utilizzando 108 studi riguardanti terapie con ragazzi tra i 4 e i 18 anni, ma includendo gli interventi effettuati da non professionisti (come gli insegnanti). I risultati, inizialmente, furono simili a quelli trovati da Casey e Berman (1985), ma l'uso di tecniche di analisi più sofisticate diminuì la significatività degli effetti ottenuti.

Prout e DeMartino (1986) si occuparono di una meta-analisi riguardante le psicoterapie condotte da professionisti a scuola o relative a difficoltà scolastiche. I loro risultati furono incoraggianti e suggerirono che gli interventi dei consulenti scolastici erano efficaci e avevano un impatto sostanziale sul comportamento e sulle capacità di problem-solving.

Risultati favorevoli, per quanto riguarda gli interventi in ambito scolastico, furono ottenuti anche da Prout e Prout (1998), ma la loro ricerca era basata su un numero di studi ristretto. Stage e Quiroz (1997) aggiunsero inoltre che gli interventi condotti in ambito scolastico si dimostravano efficaci nel ridurre i comportamenti violenti in classe.

Caratteristiche dei clienti

Caratteristiche demografiche e risultati

Un buon numero di ricerche sugli esiti della psicoterapia con adolescenti e bambini ha preso in considerazione i fattori demografici sesso ed età. Casey e Berman (1985) non rilevarono differenze significative in base all'età, mentre Weisz, Weiss, Alicke e Klotz (1987) trovarono una maggiore efficacia per i bambini tra i 2 e i 12 anni piuttosto che per i ragazzi tra i 13 e 18 anni. Eppure lo stesso Weisz (Weisz et al., 1995) ottenne successivamente risultati inversi, con una maggiore efficacia per i bambini rispetto agli adolescenti.

Gli stessi risultati contrastanti furono rilevati per le psicoterapie in abito scolastico: Prout e DeMartino (1986) conclusero che gli interventi erano più efficaci per gli adolescenti che per i bambini, mentre Prout e Prout (1998) rilevarono l'inverso e Stage e Quiroz (1997) non segnalarono alcuna differenza significativa nella loro ricerca sui comportamenti violenti in classe.

Per quanto riguarda il sesso, Weisz, Weiss, Alicke e Klotz (1987) e Casey e Berman (1985) non rilevarono differenze significative in base a questa variabile nei risultati ottenuti, ma entrambi i gruppi di ricercatori rilevarono che l'efficacia misurata sembrava minore nei gruppi a predominanza maschile.

Problemi presentati dai clienti

Weisz, Weiss, Alicke e Klotz (1987) non trovarono differenze significative nell'efficacia misurata delle psicoterapia in base alle difficoltà presentate dai ragazzi, mentre Casey e Berman (1985) individuarono una maggiore efficacia nel trattamento dell'iperattività, delle fobie e dei disturbi psicosomatici rispetto a quello del disadattamento sociale.

Caratteristiche dei consulenti

Weisz, Weiss, Alicke e Klotz (1987) hanno trovato risultati interessanti per quanto riguarda l'influenza delle caratteristiche dei consulenti sui risultati degli interventi con i giovani. Sembra, infatti, che i professionisti siano ugualmente efficaci con i clienti di diverse età, mentre i paraprofessionisti e gli studenti in training ottengano risultati più soddisfacenti con i bambini e meno con gli adolescenti. In ogni caso, appare necessaria un'adeguata formazione per intervenire con i minori.

Caratteristiche del trattamento

Modalità terapeutiche

Weisz, Weiss, Alicke e Klotz (1987) hanno riscontrato risultati migliori per le terapie individuali piuttosto che per quelle di gruppo, benchè la differenza non sia statisticamente significativa. Lo stesso risultato è stato poi ottenuto nelle meta-analisi successive (Weisz et al., 1995). Eppure, negli interventi sui minori in ambito scolastico, Prout e DeMartino (1986) hanno trovato più efficaci quelli di gruppo piuttosto che quelli individuali.

Orientamento teorico

Tutte le meta-analisi prese in considerazione da Eder e Whiston per stendere il loro articolo riportano una maggiore efficacia delle terapia comportamentali rispetto a quelle non comportamentali. Gli stessi autori, però, leggono con cautela questo risultato. Innanzitutto i risultati sono miglio in alcune delle variabili misurate, ma non in tutte. Ricordano, inoltre, che le terapie comportamentali si prestano meglio ad essere valutate rispetto agli esiti, mentre per le terapie ad orientamento dinamico è preferibile la ricerca qualitativa sul processo (per approfondimenti è possibile consultare la nostra recensione all'articolo: Levitt H., Butler M., Hill T. (2006) What clients find helpful in psychotherapy: developing principles for facilitating moment-to-moment change, Journal of Counseling Psychology, 53, 3, 314-324). 

Caratteristiche del processo terapeutico

Eder e Whiston sottolineano come le caratteristiche del processo terapeutico siano ancora poco indagate per quanto riguarda i clienti minori. Oetzel e Schrer (2003) sostengono che la qualità del rapporto tra terapeuta e bambino o adolescente ha un'importanza critica rispetto al cambiamento ottenuto, ma è più difficile stabilire un'alleanza di lavoro con i minori piuttosto che con gli adulti, anche perchè questi sono spesso costretti alla terapia.

Pratica basata sull'evidenza

Una delle maggiori criticità degli interventi psicoterapeutici è determinare quale sia il tipo migliore di trattamento per un determinato cliente. Esistono molti e diversi approcci dedicati ai bambini e agli adolescenti, ma non tutti sono ugualmente efficaci per ogni tipo di problema.

Per quanto riguarda i disturbi d'ansia e le fobie dei minori, diversi autori indicano come più efficaci le terapie cognitivo-comportamentali (Kadzin, 2004; King, Muris e Ollendick, 2005). Le stesse sono anche consigliate per i sintomi depressivi (Asarnow, Jaycox e Tompson, 2001).

Le terapie familiari si dimostrano efficaci per molti disturbi, tanto che Eder e Whiston scelgono di non trattarli tutti e rimandano alla letteratura specifica, sottolineano però che le terapie di questo tipo ottengono buoni risultati con i disturbi della condotta ed i comportamenti oppositivi (Sexton, Alexander e Mease, 2004). Per questi disturbi e per quelli di iperattività e d'attenzione Kadzin (2004) rileva anche l'efficacia di interventi di parent training.

Conclusioni

Dalla rassegna della letteratura proposta da Eder e Whiston appare evidente che molti bambini e molti adolescenti potrebbero trarre beneficio dagli interventi psicologici, ma gli stessi autori rilevano come solo pochi di loro siano raggiunti dai professionisti della salute mentale. Le scuole sono le uniche strutture in grado di raggiungere la maggior parte dei giovani, le istituzioni scolastiche dovrebbero quindi essere in grado di promuovere il benessere dei loro allievi sfruttando anche gli strumenti offerti dalla psicologia.

Bibliografia

American School Counselor Assciation (2005). The ASCA national model: a framework for school conseling programs (2° ed.). Alexandria.

Asarnow J.R., Jaycox L.H., Tompson M.C. (2001). Depression in Youth: Psychosocial Interventions. Journal of Clinical Child & Adolescent Psychology, 30, 1 , 33 - 47.

Casey R.J., Berman J.S. (1985). The outcome of psychotherapy with children. Psychological Bullettin, 98(2), 388-400.

Costello E.J., Angold A., Burns B.J., Stangl D.K., Tweed D.L., Erkanli A., Worthman C.M. (1996). The Great Smoky Mountains Study of Youth. Goals, design, methods, and the prevalence of DSM-III-R disorders. Archives of General Psychiatry, 53(12), 1129-36.

Doll B. (1996). Prevalence of psychiatric disorders in children and youth: an agenda for advocacy by school psychology. School Psychology Quarterly, 11, 1, 20-47.

Hoagwood K., Erwin H.D. (1997). Effectiveness of school-based mental health services for children: a 10-year research review. Journal of Child and Family Studies, 6, 4, 435-451.

Kazdin A.E. (2004). Psychotherapy for children and adolescents. In M.J. Lambert (Ed.), Bergin and Garfield's handbook of psychotherapy and behavior change (5° ed, 543-489). New York: John Wiley and Sons.

Kazdin A. E., Johnson B. (1994). Advances in psychotherapy for children and adolescents: interrelations of adjustment, development, and intervention. Journal of School Psychology, 32, 3, 217-246.

King N.J., Muris P., Ollendick T.H. (2005). Childhood fears and phobias: assessment and treatment. Child and Adolescent Mental Health, 10, 2, 50 - 56.

National Institute of Child Health and Human Development (2005). Backgrounder. Consultato il 20 ottobre 2005 al link: http://www.nivhd.nih.gov/new/releases/americas_children05_bg_parents.cfm

Oetzel K.B., Scherer D.G. (2003). Therapeutic engagement with adolescents in psychotherapy. Psychotherapy: Theory, Research, Practice, Training, 40, 215-225.

Prout H.T., DeMartino R.A. (1986). A meta-analysis of school-based studies of psychotherapy. Journal of School Psychology, 24, 3, 285-292.

Prout S.M., Prout H.T. (1998). A meta-analysis of school-based studies of counseling and psychotherapy an update. Journal of School Psychology, 36, 2, 121-136.

Sexton T.L., Alexander J.F., Mease A.L. (2004). Levels of evidence for the models and mechanism of therapeutic change in family and couple therapy. In M.J. Lambert (Ed.), Bergin and Garfield's handbook of psychotherapy and behavior change (5° ed, 543-489). New York: John Wiley and Sons.

Stage S.A., Quiroz D.R. (1997). A meta-analysis of interventions to decrease disruptive classroom behavior in public education settings. School Psychology Review, 26, 3, 333-368.

Weiss B., Weisz J.R. (1995). Relative effectiveness of behavioral versus nonbehavioral child psychotherapy. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 63, 2, 317-20.

Weisz J.R., Weiss B., Alicke M.D., Klotz M.L. (1987). Effectiveness of psychotherapy with children and adolescents: A meta-analysis for clinicians. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 55(4), 542-549.

Pubblicato il 01/10/2008 alle ore 01:09

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